Responsabile della ricerca

Prof.ssa Francesca Darra

 

2019
I

Il problema: epilessie infantili e compromissione cognitiva


Validazione e sperimentazione clinica di una Scala di valutazione in grado di individuare precocemente e monitorare nel tempo i Disturbi Neuropsichiatrici associati alla Sindrome di Dravet.

La Sindrome di Dravet (SD) è una rara (1/20.000 nuovi nati), forma di Encefalopatia Epilettica geneticamente determinata (mutazioni/delezione del gene SCN1A), che esordisce nel 1° anno con crisi febbrili e afebbrili. L’evoluzione è caratterizzata da marcata farmacoresistenza con persistenza in età adulta di crisi convulsive. Contestualmente alla ricorrenza delle crisi si osserva la progressiva comparsa di compromissione neurologica, cognitiva e comportamentale, di grado variabile nei diversi soggetti.

Da una recente survey si evince che quasi tutti (99.6%) i pazienti a partire dai 5 anni manifestano una o più problematiche a carico delle competenze motorie (74%), del linguaggio (80%), dell’apprendimento (98%) o comportamentali (il 42% presenta Autismo, il 24% ADHD ed il 51% altri disturbi comportamentali). Un nostro recente contributo concernente 48 pazienti seguiti longitudinalmente dall’esordio all’età media di 27 anni (18-50 anni) ha documentato: persistenza di crisi nell’85%, disabilità intellettiva nel 96% (moderata o severa in oltre l’80%), compromissione del cammino in oltre il 50%, del linguaggio nell’87%, del comportamento e della relazione nel 50% dei casi. La tipologia e la severità dei disturbi variano significativamente nei diversi soggetti, ma invariabilmente impattano molto negativamente sulle autonomie e sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Gli studi longitudinali hanno ben documentato come quota significativa dei disturbi neurologici, neuropsicologici e comportamentali non sia legata solo alla ricorrenza delle crisi ed alla terapia farmacologica, ma sia espressione diretta del disordine genetico. Per tale ragione la SD è oggi considerata una “Developmental Epileptic Encephalopathy” e si comprende pertanto come un’adeguata presa in carico non possa consistere unicamente nel trattamento farmacologico delle crisi, ma debba prevedere il monitoraggio dell’insieme del quadro clinico ed una precoce presa in carico dell’insieme dei disturbi presentati dai diversi soggetti.

Sulla base della nostra consolidata esperienza e dei dati della letteratura, è stata recentemente realizzata nella nostra Unità Operativa una forma pilota di Scala di valutazione (DAND: Dravet Associated Neuropsychiatric Disorders Scale) che prevede l’inserimento dei dati riguardanti l’andamento dell’epilessia e dell’insieme dei diversi aspetti del quadro clinico (condizione neurologica, cognitiva, comportamentale, del linguaggio, delle autonomie e della qualità di vita). L’utilizzazione della DAND è finalizzata alla valutazione e al monitoraggio nel tempo dell’insieme del quadro elettroclinico che consenta di riconoscere precocemente gli eventuali disturbi associati alle crisi e di monitorarne l’andamento nel tempo anche alla luce degli interventi, non solo farmacologici, attivati.

Obiettivo primario del progetto è validare la forma pilota della scala DAND mediante la somministrazione della medesima ad un gruppo di soggetti con SD di diverse età, confrontandone i risultati con quelli ottenuti dalla somministrazione contestuale di una ampia serie di strumenti di valutazione delle diverse specifiche funzioni già standardizzati per l’Italia.

Rilevanza

La validazione della scala DAND, in grado di misurare la qualità di vita ed il suo andamento nel tempo, specifica per la Sindrome di Dravet, garantirà una valutazione clinica seriata della storia del paziente dal punto di vista non solo delle crisi ma anche neuropsicologico, cognitivo e comportamentale, permettendo l’attivazione precoce di una presa in carico globale dei bisogni del soggetto e della sua famiglia.
Inoltre, lo strumento sarà utilizzabile nella valutazione dell’efficacia di nuovi farmaci e contribuire alla ricerca clinica finalizzata a comprendere quanto dell’evoluzione dei disturbi associati sia imputabile alla ricorrenza delle crisi ed al trattamento farmacologico e quanto sia riconducibile al disordine genetico.

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