Responsabile della ricerca
Dott.ssa Raffaella Mariotti
2017
II
Il problema: la terapia della sclerosi laterale amiotrofica
La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia invalidante e ad esito fatale. Il progetto si propone di testare sperimentalmente l’efficacia di un nuovo approccio terapeutico.
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia incurabile e fatale che colpisce il sistema nervoso centrale determinando la morte dei neuroni preposti al controllo dei muscoli. Le cellule staminali stanno diventando una terapia promettente in varie malattie neurodegenerative, inclusa la SLA. L’utilizzo di cellule staminali mesenchimali derivate da tessuto adiposo a scopo terapeutico ha destato notevole interesse nella comunità scientifica in quanto tali cellule, reperibili in grandi quantità da liposuzione, permetterebbero un trapianto cellulare autologo.
Il nostro gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato che la somministrazione di cellule staminali adipose, ha un effetto benefico in un modello murino di SLA familiare, ritardando la comparsa dei sintomi della malattia e migliorandone il decorso. L’effetto benefico delle cellule staminali sembrerebbe mediato da vescicole rilasciate dalle cellule stesse, contenenti molecole in grado di ricapitolarne l’efficacia. Tali vescicole possono pertanto essere utilizzate come nuova potenziale terapia, evitando le conseguenze imprevedibili di una terapia basata sull’uso di cellule. A sostegno di tale ipotesi, abbiamo recentemente dimostrato che vescicole isolate da cellule staminali adipose hanno un effetto neuroprotettivo in un modello cellulare di SLA, limitando la morte delle cellule direttamente coinvolte nella patologia.
Questo progetto è quindi foriero di nuove conoscenze sull’utilizzo di vescicole derivate da cellule staminali adipose nell’ottica di un loro possibile uso nella terapia della SLA.
L’obiettivo generale del progetto prevede la valutazione dell’effetto neuroprotettivo delle vescicole derivate da cellule staminali adipose in un modello murino di SLA familiare.
Le vescicole verranno iniettate per via endovenosa per valutare se la loro somministrazione sistemica sia in grado di migliorare il decorso della malattia esercitando un’azione protettiva sui motoneuroni e limitando la risposta da parte delle cellule infiammatorie del sistema nervoso. Il progetto si propone l’obiettivo specifico di confermare l’effetto neuroprotettivo che abbiamo dimostrato nel modello cellulare di SLA e di valutarlo nel modello animale. Le vescicole verranno somministrate in fase presintomatica o alla comparsa dei sintomi clinici della patologia e l’effetto verrà valutato mediante confronto con animali di controllo. L’azione protettiva sui motoneuroni, il miglioramento del decorso della malattia, la riduzione della risposta infiammatoria e l’aumento di sopravvivenza nel modello animale costituiranno indici dell’efficacia del trattamento.
Rilevanza
Il progetto ha lo scopo di valutare l’efficacia di un nuovo approccio terapeutico per la terapia della SLA. Lo studio si propone di valutare l’effetto protettivo di vescicole rilasciate da cellule staminali derivate dal tessuto adiposo e di studiarne i meccanismi di azione. Il chiarimento di tali meccanismi e l’identificazione delle loro cellule bersaglio contribuirebbe alla validazione della terapia e ad una sua ottimizzazione.
L’uso di vescicole rilasciate da cellule staminali rappresenta un approccio promettente nella cura di malattie neurodegenerative, grazie alla capacità delle vescicole di riprodurre l’effetto benefico delle cellule staminali da cui derivano. Tale terapia sarebbe facilmente trasferibile in clinica sui pazienti affetti da SLA grazie alla somministrazione di vescicole ottenute da cellule autologhe, evitando così possibili conseguenze avverse (come, ad esempio, l’insorgenza di nicchie tumorali) che potrebbero verificarsi in seguito all’utilizzo di cellule invece che di loro derivati.
